Tomboy

Nel 2018 mi ritrovo a dover scrivere un articolo riguardante uno stile di abbigliamento. Perché?
Semplice: nonostante gli anni passino le persone non si evolvono mai e pensano di avere il diritto di poter mettere bocca sull'abbigliamento di un'altra persona perchè, a parer loro, ''non va bene così''. Questo si sentono dire le ragazze, per la maggioranza lesbiche ma non solo, che scelgono di seguire lo stile ''tomboy''. Se poi alle nostre paladine chiedi di argomentare la loro opinione, la stragrande maggioranza di queste ti dirà: <<Alle lesbiche piacciono le donne non gli uomini mancati!>>. Ma che è questo stile 'tomboy'? E perchè viene così pesantemente attaccato? Letteralmente il termine tomboy significa maschiaccio, tempo fa ci si riferiva così alle ragazze poco curate in modo dispregiativo; oggi invece è un vero e proprio stile di abbigliamento (che spesso riflette  l'atteggiamento) che usano molte ragazze. Si tratta semplicemente dell'uso di capi d'abbigliamento facenti parte della moda maschile del momento, abbinati spesso ad un taglio di capelli corto, che rendono la ragazza all'apparenza un po' meno femminile. Molte di voi arrivate qua si chiederanno: << E quindi?>>. Beh, è davvero bello che tantissime persone abbiano capito che minare la libertà altrui di esprimersi è sbagliato, ma è altrettanto vero che esistono opinioni più critiche riguardo ogni argomento al mondo. Opinioni che, siccome appartenenti alla minoranza, vengono oscurate e giudicate ''sbagliate'', spesso perchè non vengono comprese a pieno, nonostante non vogliano limitare la libertà di nessuno ma, semplicemente, guardare con occhio critico un pensiero che, abbinato alla società odierna, potrebbe incontrare qualche difficoltà ad essere messo in atto.
A questo proposito sentiremo le opinioni di due ragazze: una facente parte del ''mondo tomboy'' e un'altra che non si riconosce più in questo stile dopo aver incontrato delle difficoltà sociali.

I:Come vi chiamate?
Chiara: Chiara.
Miriam: Miriam!
I: Quanti anni avete?
Chiara : 19, ad Ottobre 20.
Miriam: 25 compiuti da poco a Giugno.
I: Sapreste darmi una definizione di tomboy?
Chiara: Ragazza ‘maschiaccio’, con modi di fare e vestire prevalentemente maschili.
Miriam: Una ragazza all'apparenza maschile nel modo di porsi oppure nel modo di vestire. Ci tengo a specificare che secondo me non vuol dire che si identifichi per forza nel ruolo maschile.
I: Vi ritrovate in questo stile?
Chiara:Assolutamente sì, mi trovo in questo stile e mi sento molto a mio agio sia nel modo di essere, sia nel modo di fare. Ho provato ad essere diversamente in passato, più femminile, perchè la gente ti additava come maschio o si confondeva. Ma comunque adesso sto proseguendo con quello che reputo più affine alla mia persona.
Miriam: Mi piace molto lo stile Tomboy. Mi ci ritrovavo, ho avuto questo stile per 4 anni.
Poi ho avuto modo di esprimere altri lati di me e ad oggi sono sicuramente quello che si può definire femminile, parlando di abbigliamento.
I: Voi due, personalmente, quando vedete una ragazza molto maschile date per scontato che sia lesbica?
Chiara: No, anche se so che l’essere maschile per alcune è come un segno distintivo. 
Miriam: Nemmeno io do per scontato che una ragazzina sia gay solo dall'aspetto. Molte volte mi è capitato di riconoscere ragazze super maschili all'apparenza innamorate follemente degli uomini come ragazze femminili che nessuno avrebbe mai preso per lesbiche
I: Questo stile di abbigliamento, a parer vostro, alimenta gli stereotipi riguardanti le ragazze lesbiche?
Chiara: La ragazza lesbica è circondata da mille stereotipi che vanno dall’anello al pollice al taglio corto maschile. Sì, il taglio maschile penso che fino a qualche decennio fa abbia alimentato lo stereotipo della lesbica obbligatoriamente tomboy. Ora credo che si vada un po’ verso la normalità e a distaccarci da questi stereotipi.
Miriam: A parer mio ogni aspetto fuori "canoni" culturali alimenta uno stereotip. Come dicevo prima lo stile Tomboy , avvicinandosi a quello che la società percepisce come maschile, purtroppo e dico purtroppo, alimenta sicuramente lo stereotipo. Lo dico poi per esperienza.
Quando all'inizio, dai 16 ai 21 anni, ero la classica ragazza Tomboy, ho visto come davano per scontato il mio orientamento sessuale. Sono stata sottoposta a pressioni commenti e situazioni davvero spiacevoli Quindi è solo per questo che confermo che questo tipo di abbigliamento e modo di fare alimenta un'idea sbagliata.
I: Riguardo l'ambito lavorativo, pensate che l'abbigliamento e lo stile da tomboy possa in qualche modo precludere una ragazza da determinati lavori?
Chiara: Sì assolutamente. I classici lavori da bell’aspetto non sono sicuramente lavori da ragazza tomboy. Su questo aspetto credo che anche i media diano una visione distorta. La ragazza tomboy difficilmente farà la ragazza immagine, o altro.
Miriam: Ho avuto un opportunità lavorativa in una boutique e ho avuto difficoltà ad essere assunta,solo dopo mia insistenza ho ottenuto il lavoro ma a condizione di cambiare il mio aspetto. Per necessità lavorativa l'ho fatto. Anche se questo poi mi ha dato l opportunità di esplorare altri aspetti di me che ho trovato belli ed è stata l occasione poi per una mia riscoperta. A prescindere da questo, avendo fatto diversi lavori sempre rivolti al pubblico ho visto quanta influenza può avere.
I: Credete che per necessità bisogni conformarsi all'abbigliamento richiesto o supportate l'idea che ognuno debba vestirsi come vuole?
Chiara: Dipende dal modo di vedere la cosa. Io non scenderei a compromessi. Se dovessi aver due lavori: uno che mi chiede di cambiare il mio aspetto e uno a cui vado bene così sceglierei senza esitazione il secondo.
Miriam: Io mi sono dovuta scontrare con la realtà Italiana. Perché in questo caso si parla poi del tessuto sociale in cui viviamo. Ho dovuto mettere da parte per ragioni di necessità estrema le mie convinzioni e scendere a compromessi, quindi fare il sacrificio come fanno tanti di adattarsi al lavoro.
I: Esiste veramente secondo voi la libertà di vestirsi come si vuole?
Chiara: Basandoci su ciò che abbiamo detto sopra, no. Ancora tutt’oggi nessuno è libero nè di vestirsi nè tantomeno di essere come vorrebbe. L’abito fa il monaco, si dice, ed è ancora così secondo le massime vedute. È così perché ci guardiamo intorno e ci vediamo un po’ tutti omologati: artisti estroversi, avvocati in giacca e cravatta, e ci potrebbero essere mille altri esempi. Questo perché la società ci impone determinate vedute.
Miriam: Assolutamente concordo: Questo però non toglie a noi la possibilità di lasciare un segno, la testimonianza mite di presentarci come le persone che siamo realmente. Non per forza imponendo qualcosa ma scendendo a compromessi, per fare un passo verso la chiusura di questa visione cambiando le cose dall'interno.
I: Credete che lo stile tomboy svalorizzi in qualche modo il corpo femminile? Tu chiara, credi che svalorizzi il tuo corpo?
Chiara: Credo che si possa essere femminili, anche con uno stile tomboy, la femminilità è una cosa che prescinde dai vestiti indossati! Non è il mio caso di certo, però guardandomi in giro vedo molte “femminili” che di femminile non hanno niente!
Miriam: Ci sono ragazze femminili e ragazze poco femminili. In questo caso credo che lo stile tomboy non svalorizzi il corpo della donna ma che sia compito della donna stessa saper mettere in luce la sua femminilità anche e soprattutto in abbigliamento da classico tomboy che non vuole valorizzare il corpo femminile ma il maschile.
I: Quando qualcuno dice che se esistono vestiti da donna e da uomo c'è un motivo, voi come rispondete?
Chiara: Che non mi importa, onestamente. Ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole e io metto ciò che più mi garba
Miriam: Sì, rispetto a questo io credo che esista una distinzione. Perché l'abito è pensato per valorizzare il corpo femminile e maschile. Questo poi non toglie la creatività e la soggettività di ognuno, che può portare una donna a indossare una mise maschile e riproporre così un nuovo modo di percepire la femminilità. Coco Chanel è stata la prima a portare e introdurre capi d'abbigliamento maschile sulle donne e parliamo di Chanel..  Credo sia l'uso dell'abbigliamento a valorizzare una persona.
I: Cosa è per voi la femminilità?
Chiara: Beh, la femminilità può essere uno sguardo, un modo di posare, un modo di fare, che per me è una qualità di una ragazza imprescindibile! Ed è una cosa che è innaturale, o ce l’hai o non ce l’hai, una sorta di dote!
Miriam: Ci sarebbe da fare un saggio su che cosa è la femminilità!
Una piccola frase di Oriana Fallaci che mi piace moltissimo che dice "la femminilità è un opinione". Partendo da questo, mi piace pensare al cibo, o meglio, al vino che viene estratto dall'uva così come la femminilità può venire estratta dalla donna.Tra due bottiglie di vino delle stesse dimensioni una contiene più aroma ed essenza di vino di un’altra, così in una donna si può trovare molta più femminilità che in un’altra. Ma sta di fatto che poi ognuno sceglie il vino che più gli piace! È questione di gusti e di opinioni. Mi piace anche pensare proprio al processo per fare il vino, così come ci si può anche riscoprire nella propria femminilità. Con la stessa uva si possono fare vini diversi. Ogni donna può riscoprire lati e sfaccettature della propria femminilità perché è qualcosa di innato,solo che la differenza sta nel esprimersi.
I: Grazie Miriam.
Miriam: A voi!!
I: Ora vorrei fare qualche domanda personale a te, Chiara. Sei mai stata scambiata per un ragazzo?
Chiara: La media di due volte al giorno basta per dirti sì?
I: Come ti fa sentire?
Chiara: Mi fa ridere, perché comunque noto quanto gli stereotipi in questa società offuschino la mente. Noto che basta un taglio corto e dei vestiti maschili per non notare dei tratti prettamente femminili. Ma ripeto, ci rido su
I: E c'è mai stata una ragazza che ti abbia detto che essendo lesbica desidera una donna e non un maschio mancato?
Chiara: No, ho avuto fortunatamente ragazze con un po’ di cervello. Anche perché con una mentalità del genere probabilmente mi sarei nell’immediato disinteressata io!
I: Come risponderesti se ne trovassi una?
Chiara: Le direi che dovrebbe aver un minimo di cervello, che avere uno stile diverso dallo stereotipo femminile non significa necessariamente essere maschio mancato. E le farei un grande in bocca al lupo, perché ne avrebbe bisogno!
I: Usi questo stile perché ti aiuta a riconoscerti di più nella tua sessualità?
Chiara: No, ero mascolina dall'eta di 6 anni, quando non ero consapevole della mia sessualità nè era lontanamente nei miei pensieri. Semplicemente mi ritrovo vicina a questo stile perché mi sento a mio agio, per me è normale vestirmi così a prescindere.
I: Le persone hanno dei pregiudizi verso di te? Danno per scontato che tu sia lesbica per il modo in cui ti vesti?
Chiara: Si assolutamente, dicevano che fossi lesbica prima che ne avessi la consapevolezza io stessa. Il mio modo di vestire ha sempre fatto presupporre questo, e si sa che la prima impressione è data dall’aspetto estetico.
I: Hai un ultimo pensiero da esprimere a cui tieni?
Chiara: Tengo a precisare che la sessualità prescinde dal modo di vestire o dal modo di fare! Ovviamente ci sono le eccezioni che confermano le regole.
Però tutti questi stereotipi sul mondo lgbtq e sullo stile tomboy, non fanno bene alla nostra società e non fanno bene a quei ragazzini che non possono esprimere se stessi per paura di essere giudicati.
I: Grazie Chiara.
Chiara: Grazie a te!

Spero che l'articolo vi abbia fatto capire che non per forza si deve essere d'accordo con una cosa che non nuoce a nessuno o farne parte per lasciare al prossimo la libertà di farla.



-Camilla.


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